COMODA E VANTAGGIOSA LA VIDEOCONFERENZA, PERO’…

In questo periodo di pandemia, chiunque ha utilizzato almeno una volta Google Meet, Microsoft Teams, Zoom. Sono solo tre dei tanti nomi di sistemi e applicazioni di videoconferenza che hanno avuto un vero e proprio successo dovuto al cambiamento delle condizioni lavorative che ci ha imposto il virus Covid-19.

Il crescente e sempre più intenso utilizzo di sistemi di videoconferenza ha messo subito in evidenza i punti critici di questi strumenti, tant’è che sono state addirittura coniati nuovi termini, come “Zoombombing”, per parlare dell’argomento.

 

Cos’è lo Zoombombing

Per Zoombombing si intende l’intrusione indesiderata di hater o utenti anonimi che intralciano il normale svolgimento di una videoconferenza inviando messaggi provocatori, irritanti o fuori tema. Il suffisso -bombing viene aggiunto al nome della piattaforma dove avviene l’interferenza da parte di questi soggetti: Zoom in questo caso specifico, dove per via dell’emergenza sanitaria, si è spostato un gran numero di eventi e corsi prima erogati dal vivo.

Sfortunatamente intrufolarsi nelle videocall è relativamente semplice, basta essere in possesso di alcune informazioni, senza dover essere un genio dell’informatica. Ogni videochiamata ha un ID identificativo è può essere raggiunta tramite link (fornito ai partecipanti), e nel caso sia un evento privato, è richiesto un codice di accesso per partecipare. Il gioco sta tutto nel procurarsi questi facili dati di accesso.

 

Come comportarsi allora?

Nonostante sia possibile mettere sotto controllo la sicurezza fisica delle reti, rimane più difficile tenere sotto osservazione il comportamento degli utenti. Ecco perché occorre intraprenderevelocemente dei programmi di addestramento e formazione, che permettano agli utenti di non rischiare di cadere in comportamenti anomali che sono ormai troppo frequenti.

Gli amministratori della videoconferenza sono tenuti ad esaminare le politiche di sicurezza, rivolte all’utente, che devono poter essere intuibili e facili da rispettare, non troppo intrusive, di modo da non conferire un aspetto negativo all’intera organizzazione dell’evento online.

 

Un’area che richiede particolare attenzione

Un particolare interesse deve essere rivolto a come e dove il contenuto della videoconferenza viene archiviato. Dato che queste producono una grande quantità di dati (documenti aziendali, registrazioni audio e video, ecc.) è necessario inserire delle procedure che provvedano alla loro eliminazione, quando non sia più necessario conservarli.

 

Da sempre noi di Cres Italia affianchiamo i nostri clienti, per poterli consigliare con l’ausilio di competenze ed un’esperienza pluridecennale, supportando le organizzazioni che necessitano di consulenza dettagliata nella valutazione dei rischi sulla sicurezza nel lavoro.

 

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