La riforma dei reati tributari introdotta con la L. 19 dicembre 2019, n. 157 ha inserito l’art. 25 al D.Lgs. 231/2001, il quale specifica che, per i delitti di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti o mediante altri artifici commessi per interesse dell’ente, possa determinarsi responsabilità amministrativa.

I modelli richiedono di essere adeguati

Oggigiorno, quindi, i modelli ex 231 che non prendono in considerazione la riforma sono, sicuramente, non idonei a prevenire i reati precedenti. Ovviamente, non è escluso che MOG specificamente rigorosi possano già ridurre di molto la possibilità di commettere un qualche fatto illecito, ma questo non elimina che l’assenza di un riesame della parte generale e la mancata introduzione di un protocollo ad hoc non siano da considerarsi segnali chiari di una scarsa consapevolezza dell’ente.

Anche un avviso all’Organismo di vigilanza è necessario, a meno che non sia proprio l’Organismo stesso a notificare alla governance l’esigenza di revisionare il MOG, ricorrendo, nel frattempo, a misure momentanee al fine di mitigare il rischio.

La soluzione migliore sembra essere, quindi, proprio l’intervento preventivo dell’Organismo di vigilanza, nell’attesa che disposizioni più complesse e rigorose vengano determinate dall’adeguamento del MOG.

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